SAN VALENTINO: UN CUORE FONDENTE DI CIOCCOLATO

 Rose rosse, champagne, cioccolatini a forma di cuore, baci Perugina, cene a lume di candela e chi più ne ha più ne metta, sono i must di questa giornata dedicata esclusivamente all’amore e agli innamorati che ne fanno parte. Ma l’amore … Continua a leggere

CUCINA SPAGNOLA:LA PAELLA

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Il flamenco: danza tipica spagnola.

La spagna è un paese che si distingue dagli altri per la notevole ospitalità e allegria. Il calore che trasmettono non solo si rispecchia nel loro modo di vivere ma anche nel loro modo di mangiare. Come ogni tradizione, anche gli spagnoli vantano numerosi piatti regionali e il risultato non è altro che la combinazione di influssi da parte di altre popolazioni nel corso dei secoli. La cucina spagnola si ispira al principio della semplicità. Parte del suo fascino risiede  proprio nel fatto di non essere sofisticata. Infatti quando il resto del mondo si affannava a inventare salse raffinate e nuove tecniche di cottura, i cuochi iberici restavano fedeli alla loro cucina, intenti solo ed esclusivamente a usare ingredienti freschissimi e genuini. Sono molte le specialità e alla portata di tutti. La Galizia è rinomata per le ricette di mare quali il pulpo a la gallega,i Paesi Baschi per i piatti di bacalao e le bistecche,e la Catalogna vanta un’analoga gastronomia a metà strada fra mare e montagna. A Madrid prevale la carne,quella di agnello e di maiale,con sostanziose zuppe e stufati di ceci. Non stupisce che la Spagna registri la più alta spesa alimentare pro capite in Europa.  Estroversi e pieni di brio, gli spagnoli amano mangiare a tutte le ore del giorno, quasi sempre in compagnia e tra i locali più gettonati non possono mancare le cervecerias. Qui,oltre alla birra,possiamo assistere a svariate sfilate di vassoi colmi di tapas e stuzzichini vari. Ma l’ossessione vera e propria per gli spagnoli è il jamon (prosciutto) che è soggetto ad una rigida classificazione. Solitamente la stagionatura

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dura fra i 6 e 12 mesi. Il jamon di Salamanca, e quello della provincia di Huelva sono considerati i migliori in assoluto. Rimane difficile descrivere tutto ciò che questo paese può offrire, perciò scoprirlo spetta a voi. Buon divertimento!

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E’ a Valencia che nasce LA PAELLA che prende nome dalla padella larga e dal fondo piatto in cui si cuoce tradizionalmente questo piatto. Oggi è difficile mangiare una paella buona e autentica perché spesso lo zafferano, caratterizzato da quell’aroma intenso ma allo stesso tempo delicato, viene spesso sostituito da un colorante artificiale . L’autentica paella valenciana è cucinata con pollo, fagiolini e talvolta coniglio, ma più frequente sui menù è la paella de mariscos ( con pesce e frutti di mare). Il riso è inevitabilmente il protagonista di questa deliziosa specialità e il più indicato e usato dai cuochi spagnoli è il riso Bomba che assorbe i liquidi in modo ottimale pur mantenendo la cottura.

 

Difficoltà: **

Preparazione:45 minuti

Persone: 4

Ingredienti:300 gr di riso per paella;200 gr di fagiolini, tagliati a metà,300 gr di cosce di pollo/coniglio;750 ml di brodo di pollo/coniglio;2 grandi pomodori pelati;2 spicchi d’aglio;1 cipolla rossa, finemente tritata;1 peperone rosso a striscioline ; un pizzico di zafferano;1 mazzetto di prezzemolo; limone; olio d’oliva.

CON MARISCOS(FRUTTI DI MARE):

200 gr di di scampi; 200 gr di calamari; 12 cozze.

Preparazione: Scaldate l’ olio in un’ampia padella e fate cuocere le cosce(senza disossarle) finchè sono dorate. Mettetele da parte, aggiungete altro olio in padella e fate soffriggere cipolla, pomodoro e aglio ( il sofrito),aggiungendo un po’ di brodo. Unite il peperone e i fagiolini, poi il riso e infine il brodo in quantità sufficiente per coprire il riso. Se la paella è de mariscos unite scampi, calamari e cozze: fate quindi sobbollire circa per 20 minuti o finchè il riso assorbe il brodo. Non mescolate: la paella deve risultare più asciutta di un risotto. Unite lo zafferano, le cosce di pollo o coniglio e servite con uno spicchio di limone e abbondante prezzemolo.

                                                                                                                         Buen provecho queridos lectores!

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CUCINA CINESE:JIAOZI

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Nel corso dei secoli la Cina ha sviluppato una varietà di cucine regionali riconducibili a otto diverse tradizioni:huicai(Anhui),yuecai(Guandong),mincai(Fujian),lucai(Shandong),xiangcai(Hunan),sucai(Jiangsu).chuancai(Sichuan) e zhecai(Zhejiang).

Vi è una continua rivalità fra la Cina del Nord e la Cina del Sud e la conseguenza è il modo di vivere e mangiare differente. Infatti mentre nel Nord si consumano molti cereali,nel Sud si consuma riso e la gente che vi vive risulta molto più raffinata e mite rispetto all’altra. La Cina del Sud è caratterizzata da una terra più fertile ed è qui che troviamo le grandi cucine regionali,come il pesce delicato della yuecai,le salse piccanti della chuancai e la sofisticata sucai,la cucina dei buongustai.La cina produce più di un quarto del riso mondiale,soprattutto lungo le terre fertili del fiume Yangtze. L’immagine sopra ritrae un esempio di terrazza.

La maggior parte delle terrazze degli hani,un’etnia che vive nella contea di Yuanjiang,sono il posto migliore per osservare le tecniche di coltura.

La Cina crede nella terapia del cibo e che diversi tipi di cibo come ad esempio il melone amaro,possa lenire il mal di gola.L’assunzione dell’alimento giusto restituisce al corpo il suo equilibrio.

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Gli JIAOZI sono ravioli di carne di maiale e cavolo tipici della cucina cinese, precisamente di Shangai.

Difficoltà:**

Preparazione: 50 minuti

Persone:4

Ingredienti: °300 grammi di cavolo cinese°,°2 cucchiaini di sale°,°250 grammi di carne di maiale macinata°,°1 cucchiaio di zenzero macinato°,°3 cucchiai di erba cipollina tritata°,°1/2 cucchiaino di pepe bianco°,°1 cucchiaio di vino riso°,°1 cucchiaio di olio di sesamo°,°1 cucchiaio di farina di granoturco°,360 grammi di farina°,°125 ml di acqua°

Preparazione;

Sminuzzate il cavolo,salatelo e lasciatelo riposare per 20 minuti.Se fate voi la sfoglia:mescolate farina e acqua e lavorate l’impasto finchè non risulta liscio ed elastico.Avvolgetelo strettamente nella pellicola e mettetelo da parte.Strizzate il cavolo, sciacquatelo sotto l’acqua fredda e ripetete l’operazione.Strizzate nuovamente fino ad ottenere una o due manciate di cavolo asciutto.Aggiungete i restanti ingredienti.Se fate voi la sfoglia:prendete un cucchiaino di pasta e formate una pallina.Su un piano infarinato spianatela con un mattarello ottendendo un disco di 10 cm di diametro.Ripetete l’operazione fino ad avere una pila di dischetti.Mettete un cucchiaino di ripieno al centro del dischetto.Bagnate i bordi esterni,piegate in due e sigillate bene i bordi con le dita.Ripetete l’operazione finchè esaurite i dischetti o il ripieno.Riempite d’acqua una pentola capiente e portate a ebollizione .Buttate i ravioli e cuocete per circa 10 minuti.Servite con una salsa preparata con due parti di aceto,una parte di salsa di soia e pasta di peperoncino a piacere.

祝你好胃口!(Buon appetito!)

Gordon Ramsay :LO CHEF-DIVO

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Chi sono gli chef più  famosi del mondo? Cominciamo nel dire che essi ,oltre a  rispecchiare la figura tradizionale del cuoco in cucina,rivestono un ruolo molto importante all’interno della società; una società costituita in gran parte da mass media che necessita di continui impulsi e innovazioni. Nel bel mezzo di questa situazione politica ed economica di certo non è facile trovare il lato positivo delle cose,sembra però che ultimamente  la comunicazione abbia trovato la chiave per farci felici. Che sia per sfuggire dalla realtà quotidiana? Non vi è una risposta ben precisa,eppure fra gli interessi è la cucina ad essere la prima in classifica. Ebbene,fra chef di elevata importanza, tutti i riflettori sono puntati su  Gordon Ramsay ,lo chef-divo più temibile della tv.I suoi incassi superano i 7.5 milioni annui ed è considerato il miglior chef britannico,famosissimo per l suoi programmi su “real time”,”cucine da incubo”ed”hell’s kitchen”.Abbiamo scoperto che dietro quella fronte arricciata e quel visino a dir poco terrorizzante si nasconde un animo buono e tradizionalista.Infatti nella sua casa londinese racconta di aver fatto costruire una fattoria per far comprendere ai figli da dove provenisse il cibo e per insegnare loro il rispetto di questo e l’ingiustizia degli sprechi.In un’intervista su Vanity Fair si descrive e parla di sé. E voi,sareste in grado di sopportarlo?

Sappiamo che il suo primo amore è il calcio. Com’è nata l’attrazione per la cucina? «Al College studiavo Hotel Management ma lo trovavo estremamente noioso: trascorrevamo sei mesi in sala e sei mesi in cucina. Durante questo periodo ho compreso che per me era eccitante cucinare il cibo e non servirlo. In sala mi annoiavo troppo. Quando ho lasciato il college ho avuto la fortuna di lavorare con grandi chef come Marco Pierre White, Albert Roux, Pierre Koffmann. Poi sono andato a vivere in Francia per tre anni: è stato un periodo veramente incredibile. Molto duro, ma stimolante. Niente soldi, ma il mio obiettivo primario non era guadagnare, bensì imparare il più possibile, imparare cosa fare con il cibo».

In effetti, la passione traspare dal modo in cui lei cucina e insegna a cucinare… «Non si può fingere in cucina. C’è qualcosa di istintivo che mi lega a ciò che faccio. Un vero e proprio legame profondo, molto naturale. Puoi prendere un libro di ricette, con tutti i suggerimenti, ma devi essere portato, avere un legame con il cibo per saperlo cucinare».

La filosofia che la ispira nella vita è la stessa che la guida in cucina?
«La mia filosofia è “mai arrendersi”. Cercare sempre la perfezione, senza pensare mai di averla raggiunta. Ogni giorno, quando mi sveglio, so che ci sono mia moglie, i miei figli, e che posso dare sempre qualcosa in più, che posso sempre fare qualcosa di meglio».

C’è un piatto che preferisce mangiare e uno che preferisce cucinare?
«Per un cuoco la parte magica e più eccitante è preparare il cibo. Non mangiarlo. Diciamo che è come con un calciatore: di certo preferisce giocare una partita piuttosto che assistere dalla tribuna. Ecco, per me è così. Mi piace viziare, non essere viziato».

Chi è il capo in cucina a casa sua?
«Mia moglie è il capo, a casa e in cucina! Quando mi levo questa divisa, nella vita privata, sono un “mostro” molto diverso! Mi trasformo in una persona docile e questo mi diverte molto».

Quando esce a cena con la famiglia o gli amici, si attiene al suo ruolo di chef o preferisce rilassarsi e godersi una cena?
«C’è molta attenzione nei miei confronti quando ceno fuori. Quello che ordino, come lo ordino… Preferisco staccare la spina, rilassarmi e godermi la cena. In quei momenti preferisco stare “dall’altra parte del tavolo”. Davvero molto, molto, raramente mi lamento. Anche perché so quanta fatica si faccia a stare in cucina».

Le è mai capitato di tornare a visitare i ristoranti che ha aiutato nel suo reality show Ramsay’s Kitchen Nightmares (in onda in Italia col titolo Cucine da Incubo) e controllare se hanno seguito i suoi consigli?
«In realtà a volte sono loro che non vogliono che io ritorni! Però ogni tanto è capitato che io sia tornato: alcuni hanno chiuso, altri avrebbero chiuso comunque, ma se avevano qualche chance di sopravvivere ho piacere di vedere che loro vanno meglio».

C’è un alimento che non le piace cucinare?
«Non ne ho uno in particolare. Sono cresciuto con la trippa, non mi piace il suo odore se cucinata con il latte, ma con le cipolle, del peperoncino e del vino rosso è deliziosa! In generale, non mi piace l’odore del cibo troppo cotto. Mi accorgo immediatamente quando un alimento è stato cotto troppo a lungo: mi basta semplicemente annusare l’aria per capirlo».

C’è invece qualche profumo in cucina che la riporta alla sua infanzia?
«Il bacon. Senza dubbio. C’era sempre profumo di bacon e uova per colazione e anche il sabato dopo le partite di calcio tornavo a casa e mangiavo avidamente uova, bacon e toast. Delizioso!».

Parlando di infanzia. In questa epoca di junk food c’è qualcosa che si sente di consigliare ai genitori per orientare il gusto dei loro figli?
«Prima di tutto prendersi responsabilità ed essere certi che non diventino obesi. Per esempio è importante eliminare lo zucchero. Poi, includere molto presto nella loro dieta le verdure, invogliandoli a mangiarle in molteplici modi: al forno, sotto forma di zuppe, purée, in modo da non annoiarli. Ma educarli a non mangiare zucchero è davvero molto importante. Per esempio fate un dolce con lo yogurt di montagna. E sostituite le merendine con idee simili».

Se dovesse definire la cucina italiana con una sola parola?
«Affascinante, senza dubbio».

Ci aspettavamo lo chef aggressivo. Abbiamo conosciuto un professionista cortese, innamorato del suo lavoro e della vita. Non siamo riuscite a chiedergli il suo segreto, ma ripensandoci, ce lo ha indicato nel corso della giornata. Amore, passione, dedizione e, come ha detto redarguendo anche la sottoscritta alla presentazione del tiramisù: «Un bravo chef riesce a fare un buon piatto anche senza strumenti, si arrangia con quello che ha».

CUCINA FRANCESE:LA RATATOUILLE

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Bistrot a Parigi

Questa ricetta ci fa pensare al topolino che nel cartone si dilettava in cucina  preparando cibi deliziosi , tra cui la” Ratatouille”. Ebbene la cucina francese racchiude in sé un inestimabile pregio.La raffinatezza e l’eleganza sono i pilastri fondamentali di questa cultura che viene imitata da tutto il mondo, o almeno, da gran parte del mondo. La Francia,nonostante la numerosa quantità di prodotti gastronomici , punta sulla qualità e sul mangiare bene,è una cucina in continuo movimento e in continua evoluzione. Se non ci si accontenta della Cousine du terroir(cucina locale)perché non immergersi nella fantastica Nouvelle cousine(nuova)? O magari, perchè ancora non tuffarsi nella poesia della Haute cousine(alta cucina)? Dai ristoranti, alle affollate vie dei mercati, ai piccoli bistrot del centro,non c’è distinzione. Ovunque si può assaporare quella magnifica sensazione di ricercatezza e gusto unici nel suo genere.

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LA RATATOUILLE è una ricetta tipica della Francia,precisamente di Nizza.Viene dal francese “touiller”che significa”rimestare”.

E’ un piatto della cucina contadina francese. Simile alla nostra “caponata” risulta un piatto semplice e gustoso, per chi adora le verdure in tutte le sue forme.

Difficoltà:**

Preparazione:35 minuti

Persone: 4

Ingredienti:°2 melanzane°,4 zucchine piccole,2 cipolle,1 peperone rosso,1 peperone verde,20 pomodorini ciliegini, liquido di vegetazione di10 pomodorini ciliegini(l’interno dei pomodorini una volta rimossi i semini),1/2 costa di sedano,2 spicchi d’aglio, qualche foglia di basilico,2 rametti di timo,2 foglie di alloro,1 bustina di zafferano, olio d’oliva e olio di semi per friggere.

Preparazione:

Pulite le verdure e lavatele accuratamente.

Tritate le cipolle.

Scaldate in padella dell’olio extravergine d’oliva e fatevi appassire le cipolle. Non appena le cipolle si saranno ammorbidite e saranno diventate trasparenti, aggiungetevi i peperoni (sia quello rosso che quello verde) puliti, senza semi e tagliati a pezzetti ed il sedano affettato.Aggiungete alla padella anche i pomodorini tagliati a metà, le foglie di basilico, il timo, l’alloro e gli spicchi d’aglio tritati finemente.Lasciate stufare il tutto coprendo la padella con un coperchio e aggiungendo il liquido di vegetazione di 10 pomodorini se necessario.Nel frattempo tagliate le zucchine a dadi, scaldate dell’olio di semi in una padella e friggetevi le zucchine appena preparate.Quando le zucchine saranno fritte e saranno ben colorite, prelevatele dall’olio di frittura e mettetele da parte su dei fogli di carta assorbente.

Tagliate, a questo punto, le melanzane a dadi e mettetele a friggere nello stesso olio utilizzato per friggere le zucchine. Una volta cotte, prelevate le melanzane dall’olio e mettetele ad asciugarsi dall’olio in eccesso su fogli di carta assorbente.Unite, quindi, sia le melanzane che le zucchine alla padella con i peperoni e i pomodori.Lasciate insaporire il tutto sul fuoco aggiungendo una bustina di zafferano e dell’acqua qualora fosse necessario.La ratatouille deve rimanere morbida.

Bon appètit!

CUCINA ITALIANA: TIRAMISU

Che dire della cucina italiana? I turisti che provengono da tutto il mondo rimangono affascinati ed ammaliati dal nostro paese, che oltre ad attrarli dal punto di vista culturale e storico, ne approfittano per stuzzicare un po’ il palato.

Ogni regione abbraccia tradizioni millenarie che seppur rivisitate negli anni, mantengono lo stesso sapore genuino di sempre.

Il TIRAMISU è uno dei dolci più preferiti in Italia. Le sue origini sono incerte. Proprio perquesto nacque una sorta di contesa circa l’invenzione. La nascita risale al XVII secolo a Siena, in onore del Granduca di Toscana Cosimo de Medici che era venuto a farvi visita. I pasticcieri della zona deliziarono il palato di questo, preparando un dolce innovativo e particolarmente prelibato. Esso doveva rispecchiare le caratteristiche del Granduca: dolce, importante e gustoso, ma allo stesso tempo fatto di ingredienti semplici. Venne chiamata” zuppa del duca” e piacque così tanto che egli portò la ricetta a Firenze; successivamente tutta l’Italia ne venne a conoscenza. Conteso fra la nobiltà di quel tempo,  gli attribuirono proprietà afrodisiache e venne chiamato: Tiramisù. In seguito il tiramisù venne rivisitato in tanti modi. Ma la ricetta originale non prevede l’uso del liquore.

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Difficoltà: *

Preparazione: 30 minuti

Persone: otto

Ingredienti:

°500 grammi di mascarpone,°4 uova fresche,°400 grammi di savoiardi,°120 grammi di zucchero, °cacao amaro in polvere q.b per spolverizzare,°6 tazze di caffè.

Preparazione:

  • Per prima cosa preparare il caffè. La quantità a scelta, ma preferibilmente 6 tazze. Versateci lo zucchero q.b e lasciatelo intiepidire. Montate i tuorli delle uova insieme a metà dello zucchero fino ad ottenere un composto cremoso, chiaro, gonfio. Incorporare il mascarpone amalgamandolo con una frusta fino ad ottenere una crema senza grumi. Montate gli albumi a neve con un pizzico di sale e il restante zucchero. Mescolare il tutto amalgamando lentamente. Disporre i savoiardi su un vassoio e imbeverli nel caffè da rendendoli non completamente zuppi. Ricopriteli di crema di mascarpone e sopra spolverizzate il cacao amaro. Il secondo strato di savoiardi disporlo orizzontalmente e ripetere lo stesso passaggio. Terminare il tutto con un’abbondante spolverizzata di cacao amaro e disporre il dolce in frigo per almeno 4 ore.

Buon appetito!

 

 

Che il viaggio abbia inizio!

cropped-spezie11.jpgCari lettori! Questo è il mio primo articolo di quello che sarà un viaggio alla scoperta della cucina nel mondo,o meglio del”mondo” in cucina e di tutto ciò che ne fa parte.Qui,potrete accedere alle tante ricette,passo dopo passo,con illustrazioni e curiosità,circa le innumerevoli tradizioni culinarie di ogni singolo paese.Percorreremo questo appetitoso itinerario sperando che almeno un po’ della mia passione venga trasmessa a tutti voi,accettando critiche o consigli di cui sicuramente ne farò tesoro,come bagaglio della mia esperienza.

Che il viaggio abbia inizio!